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Dr. Giorgio Menardo già Direttore Medicina II Ospedale San Paolo Savona

Dr.ssa Wally De Pirro Presidente LILT Savona

 

Le Attenzioni per un organo Prezioso

C’è un  uomo di 66 anni che vive con un fegato di 102 anni e conduce una vita normale.

Il primo “proprietario” di questo fegato morì a 82 anni; il suo fegato fu trapiantato in un uomo di 44 anni  che da 20 convive felicemente con il suo nuovo fegato che due anni fa ha festeggiato il suo centesimo compleanno.

Non è l’unico caso, c’è un altro fegato ultracentenario trapiantato da anni in un  paziente operato a Torino dal Gruppo del prof Salizzoni che con oltre  tremila trapianti è il più importante centro trapianti di fegato in Europa e uno dei primi del mondo.

Il gruppo di Salizzoni fu il primo, negli anni 90, che per far fronte alla penuria di donatori  cominciò ad utilizzare per il trapianto fegati di ultra ottantenni

Questo straordinario successo  dimostra la longevità del fegato e la sua robustezza anche se ha il suo tallone di Achille nello stile di vita del suo proprietario.

La LILT in collaborazione con l’ASSFAD (Associazione Savonese per lo studio del fegato e apparato digerente) ha organizzato una serie di incontri pubblici per i cittadini Savonesi nei quali si è discusso tra i vari temi dell’epidemia di obesità in corso a livello mondiale (Globesity)  Una delle vittime dell’eccessiva introduzione  di calorie è il fegato. Le persone in sovrappeso con accumulo di grasso addominale hanno quasi sempre il fegato grasso, facilmente identificabile all’ ecografia. Le cellule del fegato accumulano grasso finché scoppiando innescano la steatoepatite, che può  evolvere  in cirrosi, anche nei non bevitori e nell’ultimo stadio, nel cancro del fegato. La buona notizia è che se la steatosi epatica, cioè il fegato grasso viene identificato in tempo, prima che si sia innescata la steatoepatite, se il soggetto riesce con dieta e moto a dimagrire anche il fegato grasso torna normale.

L’altro nemico mortale del fegato è l’alcool, protagonista di un altro pomeriggio LILT -ASSFAD nel quale si è parlato di “bevute del Sabato sera” e di  druncoressia (quando le persone anoressiche assumono calorie prevalentemente dall’alcool).

Infine, in tema di vaccini, abbiamo discusso dei danni subiti dal fegato da parte dei  virus B e C e di come la vaccinazione contro il virus B ha modificato e continua a modificare la geografia sanitaria del nostro paese.

Riportiamo qui un decalogo per assicurare a questo prezioso organo una vita lunga e sana

1) Difendersi dai virus

L’epatite A si contrae tramite alimenti  infetti come frutti di mare crudi o non ben cotti  verdure crude non ben lavate: quindi, in viaggio in paesi esotici, chiedere sempre acqua minerale ed evitare i cubetti di ghiaccio fatti con acqua della quale non si sa la provenienza. Non utilizzare  forbicine, rasoi ed altri strumenti appuntiti in comune con estranei: le epatiti B e C si trasmettono attraverso il sangue di un soggetto infetto. Non toccare mai aghi o siringhe abbandonate, possono essere fonte di infezione.

  1. Alimentazione corretta
    Una dieta sana ed equilibrata mantiene il fegato sano. Limitare i cibi grassi o fritti. Il controllo del peso limita l’accumulo di grassi nel fegato. Il fegato grasso può innescare una epatite cronica che può evolvere in cirrosi e da  qui anche in cancro del fegato.
  2. Moderare il consumo di alcolici
    Un uomo adulto  sano può bere un bicchiere di vino o birra a pasto senza  problemi, una  donna può berne solo la metà in quanto, nel suo stomaco, l’enzima alcoldeidrogenasi, valida difesa contro l’etanolo (o alcol etilico) è 1/3 in meno rispetto all’uomo. Inoltre a parità di peso corporeo nella donna c’è più grasso quindi l’alcol si diluisce di meno. Non assumere mai assieme alcolici e farmaci ( senza averne discusso con il medico); la loro combinazione può essere molto tossica per il fegato.
  3. Attività fisica
    L’attività fisica brucia i grassi in eccesso, anche quelli già accumulati nel fegato o evita che vi si depositino, previene la steatosi o la fa regredire se già c’è. Chi è in sovrappeso quasi sempre ha un fegato grasso.
  4. Farmaci:
    Attenersi sempre alla prescrizione del medico che conoscendo le interazioni fra i farmaci prescrive solo quelli che si possono assumere in sicurezza. Alcuni farmaci “naturali” possono essere molto tossici per il fegato
  5. NON assumere droghe
    Le droghe  possono provocare danni permanenti al fegato. Lo scambio di siringhe è uno dei fattori che più hanno contribuito alla diffusione della epatite B e C  ed anche dell’AIDS. La combinazione di droghe ed alcol può essere letale.
  6. Attenzione a piercing e tatuaggi
    Virus epatici  si possono trasmettere quando piercing e tatuaggi sono realizzati con strumenti non adeguatamente sterilizzati. Per queste pratiche si dovrebbero usare le stesse precauzioni che si usano in sala operatoria; questo avviene molto di rado.
  7. Rapporti sessuali
    I virus dell’epatite B e C si trasmettono facilmente. In un paese con una prevalenza di virus epatici come l’Italia, tutti i rapporti con persone delle quali si ignorano gli esami del sangue sono da considerarsi a rischio.

 

         9.Vaccini contro l’epatite A e B
Nel caso dell’epatite A è opportuno vaccinarsi in occasione  di viaggi o di permanenza in Paesi esotici. Dal 1991 la vaccinazione contro il virus dell’epatite B è obbligatoria per i bambini. Chiunque può comunque sottoporsi a vaccinazione, anche in età adulta, se il suo stile di vita lo espone a rischio di infezione.

  1. Controlli periodici del sangue
    Attraverso un semplice esame del sangue è possibile controllare il livello degli enzimi epatici che rivelano lo stato di salute del fegato. Tra essi, le transaminasi e la Gamma GT  hanno un grande valore nel segnalare una sofferenza del fegato. Esami più complessi come l’ecografia vanno lasciati alla valutazione del medico e spesso danno meno informazioni rispetto ai più semplici esami del sangue.

La salute è il primo dovere della vita.

(Oscar Wilde)